La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) è una forma di psicoterapia scientificamente fondata, pratica, orientata ad obiettivi, collaborativa e a breve termine. Essa mira a insegnare abilità cognitive e comportamentali utili a modificare pensieri, emozioni e comportamenti fonte di disagio.
Attualmente, grazie a migliaia di studi e ricerche scientifiche, è stata riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei più affidabili ed efficaci modelli di terapia per il trattamento di numerosi disturbi di natura psicologica.
Possiamo immaginare la TCC come un grande contenitore che racchiude una vasta gamma di metodi e tecniche di comprovata efficacia scientifica.
Questo grande contenitore è estremamente elastico, e per questo, sempre pronto a integrare forme di intervento e approcci terapeutici innovativi ed efficaci.
Per maggiori informazioni sulla Terapia Cognitivo Comportamentale è possibile consultare i seguenti siti:
Prima onda della TCC
Le radici della Terapia Cognitivo Comportamentale risalgono ai primi anni del ‘900 come reazione all’evidenza della mancanza di efficacia delle terapie psicodinamiche che avevano dominato la prima metà del XX secolo, ma che faticavano a rispondere ai nuovi bisogni psicologici e psicoterapeutici del secondo dopoguerra.
I primi terapeuti del comportamento (Watson, Rayner, Wolpe Eysenck, Lazarus), a partire dagli studi di Pavlov sull’apprendimento e il condizionamento classico, si focalizzano sulla riduzione di comportamenti problematici utilizzando tecniche e procedure rigorosamente validate e fondate sui principi dell’apprendimento.
Successivamente, con la teoria dell’apprendimento sociale (Bandura), si conferisce più importanza all’effetto che i processi di pensiero hanno sull’apprendimento e sul comportamento.
L’enfasi, che nel primo periodo venne posto sul comportamento e l’apprendimento e la scarsa attenzione allo studio dei processi di pensiero, caratterizza la “prima onda” della Terapia Cognitivo Comportamentale.
Seconda Onda della TCC
Negli anni ‘60, inizia la seconda fase, con l’avvento del cognitivismo ad opera di A.T. Beck negli USA con la sua Terapia Cognitiva ed A. Ellis con la Terapia Razionale Emotiva nel Regno Unito.
La svolta riguarda il porre l’attenzione sul legame tra pensieri, emozioni e comportamenti e sul ruolo del pensiero cosciente in ambito psicoterapeutico. Questo momento è noto come “rivoluzione cognitiva” o “seconda onda” della Terapia Cognitivo Comportamentale.
Nonostante la Terapia Comportamentale e quella Cognitiva pongano l’accento, la prima sui comportamenti e la seconda sui processi mentali, è proprio dall’integrazione tra queste due generazioni che nasce il concetto di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.
Terza Onda della TCC
La cosiddetta “terza onda” della Terapia Cognitivo Comportamentale nasce a 50 anni dai suoi albori.
I rappresentanti della “terza onda” hanno cercato di migliorare le capacità di lavorare con i processi di pensiero piuttosto che con il loro contenuto, come da tradizione.
Nella terza onda si pone dunque maggiore enfasi sulla capacità di reagire diversamente ai propri pensieri, senza metterli in discussione o cercare di ridiscuterli.
La “terza onda” ha contribuito a integrare le pratiche di Mindfulness e Accettazione all’interno della Terapia Cognitivo Comportamentale tradizionale.
Tra le principali psicoterapie cognitivo-comportamentali mindfulness-based che appartengono alla cosiddetta “terza onda” della Terapia Cognitivo Comportamentale possiamo annoverare:
- Mindfulness
- Terapia dell' Accettazione e dell'Impegno (ACT)
- Terapia focalizzata sulla Compassione (TFC)
- Schema Therapy
- Terapia Dialettico Comportamentale