Disturbi dell'alimentazione

A tutti noi è capitato almeno una volta nella vita di guardarci allo specchio, non piacerci e pensare di metterci a dieta o di perdere peso, ma questo è normale! Quindi qual'è la differenza tra una normale preoccupazione e un disturbo alimentare?

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione o Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile.

Secondo una classificazione medica i principali disturbi dell’alimentazione sono l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da alimentazione incontrollata (binge-eating). Inoltre, i manuali diagnostici, descrivono anche altri disturbi correlati, come i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sottosoglia, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.

É bene sottolineare che l’obesità non è stata inserita nel DSM 5 tra i disturbi alimentari. L’obesità, infatti, è il risultato dell’introito di calorie continuato nel tempo ed eccessivo rispetto al consumo abituale. Fattori genetici, fisiologici, comportamentali ed ambientali contribuiscono al suo sviluppo, pertanto l’obesità non può essere considerata una malattia mentale, anche se puo’ esserne la conseguenza.

Soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Per la persona che soffre di un disturbo alimentare tutto ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. 

È stato riscontrato che molte persone che soffrono di disturbi alimentari hanno un tono dell’umore basso o depresso. Inoltre, molte soffrono di ansia spesso associata al cibo, all’alimentazione, a preoccupazioni riguardo al peso e all’immagine corporea.

Le persone affette da disturbi alimentari possono soffrire di notevoli complicazioni a livello fisico come malattie del sangue, malattie dell’apparato gastrointestinale, problemi nell’equilibrio elettrolitico, malattie renali, malattie dell’apparato cardiovascolare che possono condurre alla morte. Quindi è della massima importanza riconoscere i disturbi alimentari come malattie reali e trattabili.

Due osservazioni sembrano indicare che la classificazione medica dei disturbi dell’alimentazione sia un artefatto e non una descrizione accurata della realtà clinica e che, verosimilmente, esista un “solo disturbo dell’alimentazione” (ipotesi transdiagnostica) che possa assumere caratteristiche cliniche diverse da un individuo all’altro, ma anche in una stessa persona.

  1. I disturbi alimentari hanno caratteristiche simili (eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo cioè la tendenza a giudicare il proprio valore in modo predominante o esclusivo in termini di peso e forma del corpo);
  2. I disturbi dell’alimentazione migrano da una diagnosi all’altra (i pazienti tendo a passare da una categoria diagnostica all’altra ma sempre all’interno dei disturbi alimentari).
Migrazione dei disturbi alimentari (AIDAP)
Migrazione dei disturbi alimentari (AIDAP)

Ma quali disturbi?

Ecco le tre principali categorie
Disturbi dell'alimentazione

ANORESSIA

Il termine anoressia deriva dal greco “anorexia” e significa letteralmente “mancanza di appetito”.

L’anoressia è un disturbo caratterizzato da una rilevante perdita di peso, un’intensa paura di ingrassare e un’alterata percezione della valutazione del proprio peso e della forma del corpo.

Le persone che soffrono di anoressia si riducono alla fame per l’intensa paura di diventare grasse. A dispetto del loro grave sottopeso e della figura emaciata che spesso presentano, ritengono che non sia mai abbastanza. In aggiunta al restringimento delle calorie, sono solite tentare di controllare ancora il peso con l’esercizio fisico estremo, condotte compensatorie (vomito, lassativi o diuretici)

 

BULIMIA

La parola Bulimia deriva dal greco bulimia e significa letteralmente fame da bue. Questo disturbo è caratterizzato, oltre alla tipica preoccupazione per il peso e la forma del corpo,  da ricorrenti episodi di abbuffata e da conseguenti comportamenti compensatori.

Le abbuffate sono episodi in cui una persona ingerisce, spesso senza sentirne il sapore, grandi quantità di cibo perdendo letteralmente il controllo.

A seguito dell’abbuffata, si è soliti mettere in atto comportamenti compensatori come:

  • vomito autoindotto;
  • uso di lassativi, diuretici o altri farmaci;
  • digiuno;
  • attività fisica eccessiva.

 

DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (traduzione italiana del termine Binge Eating Disorder: BED) è un disturbo che si caratterizza per la presenza di abbuffate ma in assenza di comportamenti di compensazione per controllare il peso.

In questo disturbo dove la persona tende a:

  • mangiare molto più rapidamente del normale;
  • mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni;
  • mangiare grandi quantità di cibo anche se non si è affamati;
  • mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando;
  • sentirsi in colpa per l’abbuffata.

Rispetto agli altri pazienti con disturbi dell’alimentazione, i soggetti con disturbo da alimentazione incontrollata hanno mediamente un peso maggiore, una maggiore frequenza di sovrappeso o obesità, una età di esordio più varia (che può essere a qualsiasi età, mentre per anoressia nervosa e bulimia nervosa è soprattutto in età adolescenziale), una maggiore prevalenza anche nelle persone di sesso maschile.

Trattamento

L'approccio più efficace per il trattamento dei disturbi alimentari é quello multidisciplinare. Per questo nella mia pratica clinica per il trattamento di questi disturbi collaboro anche con una dietista fidata.

La terapia ritenuta più efficace per i disturbi alimentari è la Terapia Cognitivo Comportamentale, in particolare il protocollo di intervento ideato da Fairburn e Dalle Grave (CBT-E).

Inoltre, attaverso interventi di Mindful Eating possiamo imparare a osservare e riprendere contatto con i nostri sensi per riguadagnare il controllo per cominciare a scegliere, preparare e consumare con consapevolezza ciò che mangiamo.

Questo si può fare: 

  • imparando a scegliere e cucinare cibi sani e nutrienti;
  • entrando in sintonia con i colori, gli odori, i sapori, i suoni, la temperatura e la consistenza del cibo;
  • mangiando lentamente, ascoltando i segnali del corpo che ci indicano quando smettere di mangiare;
  • concentrando tutta la nostra attenzione sul cibo riducendo al minimo le distrazioni esterne.

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