La paura è un’emozione primaria fondamentale per la sopravvivenza infatti, senza la possibilità di riconoscere e reagire a situazioni pericolose la specie potrebbe estinguersi. Ad esempio: la tipica paura dell’estraneo che emerge nei bambini intorno al primo anno di vita, ha la funzione di mantenere la vicinanza fra il neonato e li proprio genitore. La paura espressa tramite il pianto del bambino ha lo scopo di richiamare a sé l’adulto che permette la sua sopravvivenza.
Di fronte ad un pericolo, infatti, il nostro corpo produce un ormone, l’adrenalina, che induce cambiamenti fisici e mentali e che scatenano la reazione di fight or flight (attacco o fuggo). Se facciamo un salto indietro nel tempo riusciamo a capire il valore adattivo di questa emozione: la paura ha protetto i nostri avi da animali selvaggi o da vicini ostili.
Ad oggi gli stimoli che ci fanno paura non sono più grandi leoni o invasioni vicine, quanto la perdita di un lavoro, un cambiamento di vita o il sommarsi di problemi quotidiani. Tuttavia i cambiamenti corporei, il pensiero e le reazioni comportamentali rimangono le stesse dei nostri antenati. La paura ha dunque, come tutte le emozioni, un’utilità per l’uomo, mettendolo in guardia dai pericoli. Essa però diventa un problema quando viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto.
Le principali reazioni dinnanzi a uno stimolo pauroso sono attacco, fuggo o mi immobilizzo:
- l’attacco ci consente di affrontare l’ostacolo, di combatterlo;
- la fuga ci porta ad abbandonare la situazione prima che divenga eccessivamente minacciosa per la nostra sopravvivenza,
- il freezing, letteralmente congelamento è un’immobilità tonica, l’essere vivente sembra appunto congelato, essa che permette di non farsi vedere dal “predatore” mentre si valuta quale strategia (attacco o fuga) adottare.
Reazioni corporee della paura includono:
- bocca secca,
- aumento della frequenza cardiaca (tachicardia),
- respiro affannoso,
- sintomi gastrointestinali,
- tensione muscolare,
- aumento della sudorazione
- aumento della temperatura corporea,
- mal di testa,
- dolori alle spalle e al petto,
- sensazioni di nausea,
Il nostro corpo si sta preparando a una reazione immediata. Senza tali cambiamenti, infatti, saremmo del tutto inadeguati a fronteggiare il pericolo.
Si può dire che paura e ansia siano due lati della stessa medaglia. Ma quali sono le differenze?
Nel primo caso, quando proviamo paura, siamo spaventati da qualcosa di reale e una volta cessata la minaccia, scompare. Se dovessimo sostenere un esame, è normale aver paura. L’ansia, invece, può attivarsi in relazione ad una minaccia percepita, ovvero non tangibile e condivisa, spesso vaga e mal definita. Coinvolgendo le nostre capacità di anticipare e prevedere gli eventi, l’ansia può inoltre manifestarsi in modo anticipato rispetto ad eventuali pericoli e perdurare anche in assenza di una reale minaccia. Per sintetizzare questo concetto, potremmo definire l’ansia come l’emozione che anticipa il pericolo, la paura come quella che lo accompagna.
Anche nell’ansia si provano una serie di modificazioni fisiologiche simili a quelli della paura: giramenti di testa, vertigini, senso di confusione, mancanza di respiro, senso di costrizione o dolori al torace, appannamento della vista, senso di irrealtà, il cuore batte in fretta o salta qualche battito, perdita di sensibilità o formicolii alle dita, mani e piedi freddi, sudore, rigidità muscolare, mal di testa, crampi muscolari, paura d’impazzire o di perdere il controllo. Insomma, un’esperienza molto intensa che può spaventare molto.