Il significato principale del disgusto è legato all’adattamento e alla sopravvivenza dell’organismo, dato che spesso ci avvisa della potenziale pericolosità di alcuni stimoli, come agenti patogeni contenuti nei cibi. Il disgusto, infatti, implica una sensazione di repulsione e pensieri di potenziale contaminazione, accompagnati da comportamenti di evitamento dello stimolo che si ritiene potenzialmente contaminante, che in alcuni casi possono salvarci! La reazione a qualcosa che ci disgusta non è solo di tipo comportamentale, ma anche fisiologica ed espressiva.
Esso, infatti, serve per proteggerci dal contatto con stimoli che riteniamo potenzialmente dannosi o contaminanti, che percepiamo come pericoli per il nostro corpo e/o per la mente.
È un’emozione che iniziamo a provare sin da quando siamo piccolissimi. In principio si presenta quando i bambini rifiutano specifici sapori e odori, mentre con il passare del tempo si ritrova a far parte di tutto ciò che per noi è ripugnante e sporco, compresi i valori, i pensieri, le persone e che può arrivare persino verso noi stessi.
Le diverse tipologie di disgusto
Gli studi in ambito scientifico in fatto di disgusto hanno identificato diverse tipologie di questa emozione primaria:
- core disgust: quello che emerge per colpa degli alimenti, animali e prodotti corporei. Il suo scopo è proteggerci dalla contaminazione;
- animal reminder disgust: un rifiuto che riguarda anche il tatto e la vista e che scatta a causa di oggetti appartenenti ai domini dell’igiene, della morte e della violazione del corpo, quindi ferite, sangue e simili;
- interpersonal disgust: il disgusto interpersonale, quindi il contatto diretto o indiretto con persone che si ritengono sgradevoli;
- moral disgust: il disgusto morale, vale a dire la repulsione per gli eventi che riteniamo moralmente disgustosi. Va specificato che però risentono fortemente anche delle influenze culturali di ogni popolo.
Come si manifesta
Il disgusto è considerato un’emozione primaria anche perché prevede una specifica reazione corporea. L’espressione facciale che emerge quando siamo di fronte a qualcosa che ci genera quella sensazione che più comunemente viene chiama schifo, è nota a tutti: arricciamo il naso e solleviamo il labbro. Se particolarmente intenso ci ritroviamo con le palpebre inferiori sollevate e le sopracciglia abbassate.
I comportamenti che mettiamo in atto, hanno l’obiettivo di allontanarci da ciò che scatena in noi il disgusto, e quindi ci tappiamo il naso, chiudiamo gli occhi, ce ne andiamo da una stanza e così via.
Dal punto di vista fisiologico, in noi potrebbe scattare la nausea. Il disgusto, infatti, è l’unica emozione primaria che ha una specifica attivazione fisiologica, definita persino viscerale.